Il Tribunale di Ragusa fu istituito con Regio Decreto 31 maggio 1928 n° 1320, a seguito dell'istituzione della provincia di Ragusa, avvenuta con R.d.l. 2 gennaio 1927 n° 1, contestualmente ai tribunali di Aosta, Brindisi, Enna, Pescara, Pistoia, Rieti, Varese e Vercelli.
Con il Regio decreto 9 dicembre 1928 n° 2822 si stabilì la data di inizio del funzionamento del tribunale, fissandola per l'1 febbraio 1929. Con lo stesso decreto vennero assegnati al nuovo tribunale un presidente, quattro giudici, un procuratore del re ed un sostituto procuratore, un cancelliere capo, cinque cancellieri, un segretario capo, un segretario, un ufficiale giudiziario e due uscieri.
Nel corso dei decenni successivi, l'organico dei giudici venne progressivamente aumentato, fino a raggiungere il numero di otto, un presidente e sette giudici. A seguito della unificazione degli uffici giudiziari, operata nel 1999, con la soppressione delle preture del circondario, i giudici di queste passarono al tribunale unificato, il quale ebbe così un organico di 15 magistrati che è quello attuale.
L'unificazione degli uffici giudiziari, se ha comportato, fra l'altro, la soppressione della Pretura di Vittoria, ha tuttavia altrimenti conservato la struttura di tale ufficio, trasformato in Sezione distaccata del Tribunale di Ragusa.
A partire dal 13 settembre 2013 ha accorpato il Tribunale di Modica che vanta antiche e gloriose tradizioni. Quest'ultimo, infatti, venne istituito nel 1361, dopo che Federico IV d’Aragona, con decreto del 27 febbraio di quell’anno, aveva concesso a Federico Chiaramonte l’esercizio del potere giurisdizionale nella Contea di Modica, limitatamente ai giudizi di primo grado e con espressa riserva, in linea con le limitazioni imposte agli altri feudatari del regno, della giurisdizione di “appellazione” alla Magna Curia di Palermo.
Già alla fine del XIV secolo, dopo la ribellione al potere centrale e la sconfitta dei Chiaramonte, la situazione della Contea cambiò però radicalmente.
Infatti Martino d’Aragona, con diploma reale del 20 giugno 1392, assegnando il feudo a Bernardo Cabrera, il quale aveva contribuito, economicamente e militarmente, a sconfiggere il ribelle Chiaramonte, in segno di riconoscenza per il determinante aiuto ricevuto, concesse al prezioso alleato una vastissima e particolare autonomia non solo amministrativa, ma anche giurisdizionale, tale da rendere la Contea un vero e proprio regnum in regno.
Nel diploma re Martino precisò infatti espressamente che il Conte avrebbe governato nel suo “comitato” come egli stesso nel suo regno.
Alla fine del 1300 Modica ebbe, quindi, una propria Gran Corte e una Curia di appellazione di secondo e terzo grado, con giurisdizione, civile e penale, piena e completa, con la sola eccezione del reato di lesa maestà, riservato al giudizio della Magna Curia di Palermo.
L’autonomia delle istituzioni giudiziarie di Modica si rafforzò e si stabilizzò nel XV secolo con la istituzione delle Corti capitaneali (dirette da un capitano di giustizia) e delle Corti giuratorie (formate da quattro giurati, che si occupavano degli affari meno importanti, avevano anche il compito di tentare la conciliazione delle parti e potevano applicare solo pene pecuniarie).
Nella seconda metà del XV secolo fu istituito anche il Tribunale del Santo Uffizio, composto da Magistrati appartenenti al clero (soprattutto Domenicani).
Alcuni istituti giuridici di origine medioevale, diffusi nella Contea di Modica, meritano di essere ricordati anche per la loro singolare analogia con istituti simili introdotti solo di recente nel nostro ordinamento giuridico.
Vanno a tal fine ricordati la c.d. “composizione” ( per mezzo della quale con il pagamento di una certa somma di denaro si poteva evitare l’espiazione della pena detentiva ed ottenere persino il proscioglimento ), la figura del Procuratore dei poveri e la possibilità di commutare la reclusione in una sorta di obbligo di dimora.
Lo speciale ordinamento giuridico della Contea venne riconosciuto nel XVII secolo anche dall’imperatore Filippo IV, il quale, resistendo alle interessate sollecitazioni dei senati cittadini di Palermo e di Messina, decise, uniformandosi al parere espresso dal più autorevole giurista dell’epoca, Mario Cutelli, di mantenere la gran Corte di Modica per non compromettere “l’universale compostezza ed il rispetto antiquo delle leggi che si costuma in quelle terre”.
Attraverso alterne vicende la Contea di Modica mantenne una certa autonomia fino al 1721, quando passò sotto dominio asburgico e poi sotto quello borbonico.
L’unità d’Italia determinò l’inserimento del l'ex Tribunale di Modica nella nuova organizzazione giudiziaria, di cui ha seguito l’evoluzione.
Fino al 2003 gli uffici giudiziari erano allogati in due diversi edifici, angusti ed assolutamente insufficienti in relazione alle esigenze operative dell’ Amministrazione della Giustizia.
Nel settembre del 2003, ultimati i lavori di costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia (iniziati negli anni settanta), gli Uffici giudiziari si sono trasferiti nel nuovo edificio, che è stato ufficialmente inaugurato il 29 gennaio 2004 dal Presidente della Camera On. Pierferdinando Casini.